Tobin Tax: che cos’è e che cosa prevede?

Tobin Tax: che cos’è e che cosa prevede?

Ottobre 14, 2019 Off Di Redazione

In materia di economia e tassazioni, non si può non prendere in considerazione la Tobin Tax come uno degli esperimenti certamente più affascinanti che siano stati ideati. La tassa prende il nome da James Tobin, premiato con il Nobel per l’economia grazie alla sua teoria. Secondo la teoria, ideata nel 1972, colpendo attraverso una tassazione tutte le transazioni dei mercati valutari, non soltanto si provvede ad una maggiore stabilizzazione degli stessi, ma si ottiene anche di aumentare le entrate da destinare alle comunità internazionali. Per la sua portata e la sua realizzazione, la Tobin Tax è stata oggetto di grande speculazione, come sottolineato in investireinborsa.me dove se ne parla attentamente. In effetti, a causa di questa teoria, James Tobin ha ricevuto molte critiche di natura soprattutto ideologica. 

Il progetto originale della Tobin Tax

Come sottolineato, la Tobin Tax si propone di effettuare una tassazione che colpisca qualsiasi transazione effettuata nei mercati valutari: ciò avrebbe una doppia finalità, portando non soltanto ad una stabilizzazione del mercato (l’obiettivo è quello di eliminare le speculazioni valutarie a breve termine), ma anche ad un notevole incremento di denaro da destinare alle comunità internazionali.

In effetti, l’aliquota stabilita dalla Tobin Tax è tra lo 0,05% e l’1%; secondo i sostenitori della tesi, basterebbe un’aliquota dello 0,01% portare a generare guadagni pari a 166 miliardi di dollari, il doppio di quanto servirebbe per eliminare totalmente la povertà estrema. Allo stesso tempo, i detrattori della tesi sottolineano che, non tenendo conto di tutte le possibili speculazioni valutarie, i guadagni potrebbero essere nettamente inferiori e non capaci di generare quanto garantito.

Accanto al progetto originale della Tobin Tax, che poteva trovare compiuta realizzazione nel 1972, a seguito dello scandalo del Watergate, sono nati diversi dibattiti che hanno portato ad evidenziare lacune e potenzialità della tassa. In primo luogo, secondo i critici, sarebbe impensabile per una sola nazione affrontare un mercato attraverso i limiti imposti dalla Tobin Tax: ergo, pur ammettendo la validità della tassazione, andrebbe stabilita una tassa globale tale da non penalizzare nessun mercato.

Ciò ha portato, particolarmente in Europa, a diversi progetti e applicazioni della tassa, soprattutto a partire dal 2001. Attualmente, la Tobin Tax è stata introdotta in diverse realtà, come quelle dell’Eurozona, in Italia (ma con dei limiti differenti), in Canada e in Brasile.

Le dichiarazioni di James Tobin sulla Tobin Tax

A seguito della creazione della Tobin Tax, il premio Nobel per l’economia James Tobin è stato accusato di essere favorevole ad un movimento di antiglobalizzazione, che sarebbe stato particolarmente favorito dalla sua tassa. Tra le tante critiche, tra cui quella dell’attualizzazione della Tobin Tax nei mercati dominati dalla high frequency trading, questa è stata quella che ha portato James Tobin a doversi difendere maggiormente. 

Queste le sue parole in merito, che hanno negato qualsiasi tentativo di antiglobalizzazione nonostante l’aperto sostenimento della teoria economica: “La tassa sulle transazioni in valuta estera venne concepita per ammortizzare le fluttuazioni dei tassi di cambio. L’idea è molto semplice: ad ogni scambio di valuta in un’altra, una piccola tassa verrebbe applicata – diciamo lo 0,5% del volume della transazione. Questo dissuade gli speculatori poiché tanti investitori investono i loro soldi su una base a brevissimo termine.”